L’obiettivo del presente studio è quello di identificare i fattori che giustificano l’espansione della distanza cognitiva all’interno di un team progettuale dedicato allo sviluppo di nuovi prodotti e gestito nell’ambito di una global value chain. Il contesto preso in esame consente di evidenziare le molteplici dimensioni in cui la diversità tra gli attori del progetto si manifesta, sia per la natura dell’attività di sviluppo di nuovi prodotti, che di per sé richiede il contributo di competenze variegate, sia per la natura delle global value chain che comporta l’integrazione di realtà geograficamente e culturalmente differenti. L’approccio è necessariamente multidisciplinare e poggia su nozioni e modelli derivanti dal global value chain management, dal project management e dal knowledge management. Si approfondisce il concetto di distanza cognitiva e si propone uno schema di analisi atto a descrivere i nessi e le interazioni, in termini di flussi di conoscenza, all’interno dell’unità progettuale e tra quest’ultima e le imprese appartenenti alla global value chain. Lo schema di analisi è costruito sulla base del noto modello SECI sviluppato da Nonaka e consente una lettura del processo di apprendimento in termini di input ed output e di performance del progetto di breve e di lungo termine. Sulla base di tale schema interpretativo vengono, infine, identificati e discussi alcuni fattori che regolano il livello ottimale di distanza cognitiva all’interno dell’unità progettuale.
Tiziana Di Cimbrini è ricercatrice di Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Teramo. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Economia delle Aziende e degli Intermediari Finanziari presso l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Nel 2008 è stata insignita (ex-aequo) del premio Aidea-Giovani per il paper “Le teorie organizzative sui network: alla ricerca di alcune “Anomalie” rispetto al paradigma (o programma di ricerca scientifica) zappiano”.